Le origini

La storia di Obiettivo Ambiente

"Obiettivo ambiente", rivista pugliese di ecologia e gestione del territorio, registrata come mensile presso il registro della stampa di Lecce al numero 414 nel 1987, esce per la prima volta in edicola ad aprile 1988 su iniziativa di Pietro Catalano che ne è il direttore ed editore e di Ubaldo Morelli e Raffaele Astore che ne sono i redattori. In anni di grande impegno sociale e attenzione verso i temi dell'ambiente (Chernobyl, il referendum sul nucleare, la rivolta di Manfredonia ecc.) si propone di portare avanti le tematiche della difesa del territorio contro tutte le insidie che lo mettono in pericolo.
 
L'editoriale di presentazione del primo numero spiega che "sebbene tutto il pianeta sia ormai drammaticamente interessato all'emergenza ambientale e da questo punto di vista non esistono ormai frontiere, fare protezione e studio del territorio (crediamo) voglia dire conoscere e rispettare il pezzo di natura che abbiamo dietro l'uscio di casa".
 
La rivista chiede collaborazione, suggerimenti, consigli e critiche ad associazioni ambientaliste, enti, partiti, privati, per averli come compagni di viaggio. Da parte di molti privati e associazioni ambientaliste la risposta è attiva e partecipe. In particolare una strordinaria vicinaza di intenti e la più entusiastica collaborazione viene da "Lega ambiente", "WWF", "Italia nostra" che collaborano con testi ed articoli: da parte di istituzioni pubbliche invece il gelo più totale.
  .
Quando l'editore chiede contributi finanziari per sostenere la gravosa gestione di una rivista mensile a colori, qualche azienda risponde con sostegni pubblicitari, nessuna risposta viene, invece, dagli enti pubblici. Il fatto che il giornale non sia schierato con nessun partito è, per quei politici, un punto di demerito. Per il direttore, i redattori, i collaboratori e i lettori invece, l'indipendenza è elemento indispensabile, anzi l'essenza stessa dell'iniziativa. La rivista va avanti con sempre maggiori consensi da parte del mondo ambientalista che intuendone le potenzialità la "adotta", accantonando le differenze tra associazioni ambientalistiche diverse per matrice culturale e politica, ma unite dall'unico scopo: proteggere il nostro territorio partendo da quello di casa nostra.
 
"Obiettivo ambiente" è costretto però a cessare per mere motivazioni economiche le pubblicazioni a marzo 1989 con un totale di nove pubblicazioni mensili in edicola. Resta a distanza di 22 anni la modernità del progetto editoriale e la attualità, oggi ancora di più, degli argomenti.


Alcuni articoli


In questa sezione del blog potete scaricare alcuni degli articoli pubblicati sulla rivista "Obiettivo Ambiente" andata in stampa dall'aprile 1988 a marzo 1989.
 Gli articoli sono in formato .pdf (è necessario un lettore di files .pdf esempio Acrobat Reader)

Il progetto nazionale tartarughe marine - Roberto Basso

Risparmio e fonti alternative - Ubaldo Morelli 








Ipomea Sagittata: una rara specie vegetale che si credeva quasi scomparsa dall'Italia, vive in Puglia - Piero Medagli



Gli autori



GIUSEPPE AFFINITO
Lecce - avvocato,istruttore e fotografo subacqueo
 
GIANFRANCO AMENDOLA
Roma - magistrato
 
RAFFAELE ASTORE
Galatina -  addetto stampa CTG Lecce
 
ROBERTO BASSO
Calimera - naturalista già direttore del museo di storia naturale di Calaimera
 
ENNIO BONEA
Lecce - già docente universitario,editorialista,critico letterario e presidente di "Italia nostra" Lecce
 
PIETRO CATALANO
Galatina - giornalista pubblicista,collaboratore di "Quotidiano"," Gazzetta del Mezzogiorno","La Repubblica"
 
GIUSEPPE CERFEDA
Lecce - medico legale
 
GIUSEPPE COLI'
Brindisi - medico ortopedico ,omeopata
 
ANTONIO COSTANTINI
Lecce - Architetto già vice pres. "Italia nostra"
 
ANTONIO DE GIORGI
Lecce - ingegnere , già componente segreteria regionale "Lega ambiente"
 
FERNANDO DELUSSI
BARI - ingegnere chimico direttore tecnico della "Depureco"
 
LINO DE MATTEIS
Lecce - giornalista professionista,capo servizio di "Quotidiano"
 
ANTONIO GIACCARI 
Galatina - dottore in Scienze agrarie
 
ANTONIO GIANGRECO
Scorrano - biologo,dirigente associazione speleologica magliese
 
MICHELE MAINARDI
Lecce -docente di geografia,già dirigente associazione ambientalista "Garofano Verde"
 
MAURIZIO MARINAZZO
Brindisi - architetto,responsabile tecnico per Brindisi del progetto"Perimetri difensivi"
 
TEODORO MARINAZZO
Brindisi - biologo,già presidente regionale"Lega ambiente"
 
PIERO MEDAGLI
Lecce - biologo,collaboratore istituto di botanica Università di Bari e componente WWF Lecce
 
ALBERTO MICHELI
Brindisi - direttore Arcalgas Puglia
 
UBALDO MORELLI
Galatina - dottore in scienze agrarie già collaboratore di "Teleterradotranto"
 
COSIMO MONTEFUSCO 
Salice Salentino - ingegnere ,lega ambiente, responsabile CEN.TER.
 
ANDREA MUSIO
Tricase - presidente Cooperativa Progetto sud 2001
 
CLAUDIO PAGLIARA
Brindisi - medico chirurgo oncologo
 
MARCELLA PENNETTA
Lecce - avvocato, lega ambiente
 
SANTO PERRONE
Dottore in Chimica
 
MASSIMO SCALIA
Roma - già deputato al Parlamento del Gruppo Verde
 
TERRY TIGRATO
Aradeo - addetto stampa Koreja
 
MICHELE TROTTI
Brindisi - dottore in Scienze agrarie
 
BRUNO VANTAGGIATO
Copertino - architetto , responsabile Consorzio Perimetri difensivi Brindisi
 
n.b. Le brevi note  riportate sugli autori  sono state redatte sulla base delle informazioni in possesso della direzione ad agosto 2010 e quindi potrebbero essere incomplete o superate. Si invitano gli autori a voler comunicare varizioni o aggiornamenti.


  la confluenza di tre preoccupazi
oni.

Sebbene questa definizione sintetizzi, in maniera molto semplificata, alcuni aspetti importanti del rapporto tra sviluppo economico, equità sociale, rispetto dell'ambiente, non può essere operabile.
È la cosiddetta regola dell' equilibrio delle tre "E": ecologia, equità, economia.
Tale definizione parte da una visione antropocentrica, infatti al centro della questione non è tanto l'ecosistema, e quindi la sopravvivenza e il benessere di tutte le specie viventi, ma piuttosto le generazioni umane. Ecco perché la sola definizione che può essere operabile è quella che dice cosi: un processo socio-ecologico caratterizzato da un comportamento alla ricerca di ideali.[senza fonte]
Evoluzioni del concetto [modifica]

Alla fine degli anni ottanta l'oncologo svedese Karl-Henrik Robèrt coordinò un ampio processo di creazione di consenso nella comunità scientifica per dare una definizione sistemica-globale e operativa di sostenibilità, le Condizioni di Sistema, che comprendono sia aspetti ecologici che sociali. Tale definizione consente di rendere concreti i principi teorici dello sviluppo sostenibile, ed è la base di processi partecipativi efficaci. Da quel processo emerse il Framework di Sviluppo Sostenibile Strategico, noto anche come The Natural Step framework, adottato dai primi anni '90 da migliaia di organizzazioni nel mondo. La prima azienda ad adottare il framework fu IKEA dal 1990. Circa un quarto dei comuni svedesi adottano questa definizione per la loro pianificazione. Il Comune di Whislter, British Columbia, Canada, che ospita le Olimpiadi invernali del 2010, e ha adottato il Framework di The Natural Step dal 2001, ha vinto il LivCom Award come miglior esempio al mondo di pianificazione per il futuro.

Una successiva definizione di sviluppo sostenibile, in cui è inclusa una visione globale, è stata fornita, nel 1991, dalla World Conservation Union, UN Environment Programme and World Wide Fund for Nature, che lo identifica come

« ...un miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi di supporto, dai quali essa dipende »






Nello stesso anno
Herman Daly ricondusse lo sviluppo sostenibile a tre condizioni generali concernenti l'uso delle risorse naturali da parte dell'uomo:
il tasso di utilizzazione delle risorse rinnovabili non deve essere superiore al loro tasso di rigenerazione;
l'immissione di sostanze inquinanti e di scorie nell'ambiente non deve superare la capacità di carico dell'ambiente stesso;
lo stock di risorse non rinnovabili deve restare costante nel tempo.[1]


In tale definizione, viene introdotto anche un concetto di "equilibrio" auspicabile tra uomo ed ecosistema.

Nel 1994, l'ICLEI (International Council for Local Environmental Initiatives) ha fornito un'ulteriore definizione di sviluppo sostenibile: “Sviluppo che offre servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza minacciare l'operabilità dei sistemi naturali, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi”. Ciò significa che le tre dimensioni economiche, sociali ed ambientali sono strettamente correlate, ed ogni intervento di programmazione deve tenere conto delle reciproche interrelazioni. L'ICLEI, infatti, definisce lo sviluppo sostenibile come lo sviluppo che fornisce elementi ecologici, sociali ed opportunità economiche a tutti gli abitanti di una comunità, senza creare una minaccia alla vitalità del sistema naturale, urbano e sociale che da queste opportunità dipendono.

Nel 2001, l'UNESCO ha ampliato il concetto di sviluppo sostenibile indicando che "la diversità culturale è necessaria per l'umanità quanto la biodiversità per la natura (...) la diversità culturale è una delle radici dello sviluppo inteso non solo come crescita economica, ma anche come un mezzo per condurre una esistenza più soddisfacente sul piano intellettuale, emozionale, morale e spirituale". (Art 1 e 3, Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale, UNESCO, 2001). In questa visione, la diversità culturale diventa il quarto pilastro dello sviluppo sostenibile, accanto al tradizionale equilibrio delle tre E.

Il rapporto Brundtland ha ispirato alcune importanti conferenze delle Nazioni Unite, documenti di programmazione economica e legislazioni nazionali ed internazionali.

Per favorire lo sviluppo sostenibile sono in atto molteplici attività ricollegabili sia alle politiche ambientali dei singoli stati e delle organizzazioni sovranazionali sia a specifiche attività collegate ai vari settori dell'ambiente naturale.

In particolare, il nuovo concetto di sviluppo sostenibile proposto dall'UNESCO ha contribuito a generare approcci multidisciplinari sia nelle iniziative politiche che nella ricerca. Un esempio molto recente è la rete di eccellenza Sviluppo sostenibile in un mondo diverso SUS.DIV, finanziata dall'Unione Europea e coordinata dalla Fondazione Eni Enrico Mattei o pure quest'altro: Sistemi Sostenibili Internazionali SISTEMI SOSTENIBILI INTERNAZIONALI (SSI)
Critiche [modifica]

Il concetto di Sviluppo sostenibile è aspramente criticato da Serge Latouche, Maurizio Pallante e dai movimenti facenti capo alla teoria della Decrescita. Essi ritengono impossibile pensare uno sviluppo economico basato sui continui incrementi di produzione di merci che sia anche in sintonia con la preservazione dell'ambiente. In particolare, ammoniscono i comportamenti delle società occidentali che, seguendo l'ottica dello sviluppo sostenibile, si trovano ora di fronte al paradossale problema di dover consumare più del necessario pur di non scalfire la crescita dell'economia di mercato, con conseguenti numerosi problemi ambientali: sovrasfruttamento delle risorse naturali, aumento dei rifiuti, mercificazione dei beni. Il tutto non è quindi compatibile con la sostenibilità ambientale: lo sviluppo sostenibile appare quindi come una contraddizione in termini, in ogni caso non più applicabile ad un modello economico destinato a durare nel tempo.
Il protocollo di Kyōto [modifica]

Nel 1997 venne istituito il protocollo di Kyōto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, attraverso il quale 169 nazioni del mondo si sono impegnate a ridurre le emissioni di gas serra per rimediare ai cambiamenti climatici in atto. Grandi assenti furono gli Stati Uniti, i primi produttori di gas serra nel mondo. Per raggiungere questi obiettivi ora si lavora su due vie:
il risparmio energetico attraverso l'ottimizzazione sia nella fase di produzione che negli usi finali (impianti, edifici e sistemi ad alta efficienza, nonché educazione al consumo consapevole),
lo sviluppo delle fonti alternative di energia invece del consumo massiccio di combustibili fossili.
ISO 26000: Responsabilità sociale e sviluppo sostenibile [modifica]

È ormai prossima (novembre 2009) la pubblicazione della norma ISO 26000 "Guida sulla responsabilità sociale" che intende fornire una guida mirata a responsabilizzare tutti i tipi di organizzazioni sull'impatto delle loro attività sulla società e sull'ambiente, affinché tali attività siano condotte in una modalità che, in accordo con le leggi applicabili, sia basata su un comportamento etico e sia consistente con gli interessi della società e di uno sviluppo sostenibile.
ISO 9004: Qualità verso la sostenibilità [modifica]

L'evoluzione dei modelli organizzativi stanno recependo con forte attenzione il tema dello sviluppo sostenibile.

La nuova revisione della norma ISO 9004, da decenni di riferimento internazionale per i Sistemi di gestione per la qualità in ambito aziendale e non, da "Linea guida per il miglioramento delle prestazioni" (nella revisione 2000) sarà intitolata "Managing for sustainability" (nella revisione prevista per gennaio 2009) proprio con l'intenzione di fornire alle organizzazioni una linea guida per conseguire un successo sostenibile.

Nella stessa norma vien proposta la definizione di "sostenibile" come "capacità di un'organizzazione o di un'attività di mantenere e sviluppare le proprie prestazioni nel lungo periodo" attraverso un bilanciamento degli interessi economico-finanziari con quelli ambientali.
Manutenzione: una speranza per il futuro del mondo [modifica]

La manutenzione può rappresentare una speranza per il futuro del mondo, stimolando i cittadini a conservare, a ridurre lo spreco, ad agire in sicurezza, a condurre un’esistenza sostenibile che renda vivibili le nostre città ed efficienti quanto virtuose le nostre fabbriche, nel rispetto dell’ambiente e della vita umana.

Nel rapporto di Donella Meadows per il Club di Roma ("I Limiti dello sviluppo"), circa quaranta anni fa, si osservò che “la cultura del mantenimento è l’unica alternativa allo sviluppo incontrollato delle attività produttive che porterà al disastro l’umanità”.
Lo sviluppo sostenibile secondo la legge italiana [modifica]

Il concetto di sviluppo sostenibile in Italia, alla luce del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, in materia "ambientale" [2] con le modifiche apportate dal D.lgs 16 gennaio 2008, n. 4[3], è così definito: Art. 3-quater (Principio dello sviluppo sostenibile)
Ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice deve conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire all'uomo che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future.
Anche l'attività della pubblica amministrazione deve essere finalizzata a consentire la migliore attuazione possibile del principio dello sviluppo sostenibile, per cui nell'ambito della scelta comparativa di interessi pubblici e privati connotata da discrezionalità gli interessi alla tutela dell'ambiente e del patrimonio culturale devono essere oggetto di prioritaria considerazione.
Data la complessità delle relazioni e delle interferenze tra natura e attività umane, il principio dello sviluppo sostenibile deve consentire di individuare un equilibrato rapporto, nell'ambito delle risorse ereditate, tra quelle da risparmiare e quelle da trasmettere, affinché nell'ambito delle dinamiche della produzione e del consumo si inserisca altresì il principio di solidarietà per salvaguardare e per migliorare la qualità dell'ambiente anche futuro.
La risoluzione delle questioni che involgono aspetti ambientali deve essere cercata e trovata nella prospettiva di garanzia dello sviluppo sostenibile, in modo da salvaguardare il corretto funzionamento e l'evoluzione degli ecosistemi naturali dalle modificazioni negative che possono essere prodotte dalle attività umane.
Sviluppo sostenibile e Legalità [modifica]

Un comportamento responsabile si traduce nel rispetto di un sistema di regole condiviso che orienta l’individuo verso comportamenti critici e razionali su molti aspetti del quotidiano: la gestione dei rifiuti, il rispetto di norme e principi del “vivere comune”, la tutela dell’ambiente, la salvaguardia e l’uso razionale delle risorse di un territorio, ecc. Lo sviluppo sostenibile, che si fonda proprio su questi aspetti, necessita prima di tutto di una presa di coscienza del cittadino che deve orientare il proprio vivere quotidiano verso comportamenti sostenibili nel tempo e fortemente orientati al rispetto delle regole. La mancanza di regole in un sistema di società civile o la difficoltà ad applicarle e farle rispettare può generare comportamenti illeciti, che spesso tendono ad attivare meccanismi di sviluppo non orientati al bene comune ma a tornaconti economici e di potere personali. I crimini ambientali sono una delle aree di maggiore profitto nell'ambito della criminalità organizzata: in Italia il rapporto Ecomafia 2009 di Legambiente ha messo in evidenza come il 20% circa del fatturato mafioso faccia riferimento a delitti commessi nell'ambito ambientale. Se è vero che i crimini sono commessi da organizzazioni criminali è parimenti vero che tali crimini trovano la ragione d'essere come risposta ad esigenze di un committente che spesso opera secondo attività legalmente autorizzate (vd. Gestione dei rifiuti)

la Crisi dei rifiuti in Campania nel 2009, e più recentemente il caso dei relitti navali affondati nel Tirreno imbottiti di sostanze nocive mettono in evidenza la forte correlazione tra attività economica e rispetto delle regole: i rifiuti tossici smaltiti illegalmente hanno avuto origine da attività regolarmente autorizzate. Tale circostanza, rendendo sempre più centrale l'etica nelle scelte di chi produce, sottolinea quanto le azioni dell’individuo ed il rispetto di regole condivise siano irrinunciabili per garantire gli equilibri ecologici e la sostenibilità dell’operato economico di una società civile.

Nel Luglio 2009 il governo nazionale ha avviato un programma di sensibilizzazione rivolto alle scuole attraverso la sottoscrizione di una carta d intenti tra il Ministero dell'Ambiente ed il Ministero della Pubblica IstruzioneScuola Ambiente Legalità"; il programma pone l'accento esattamente sulla correlazione tra questi due temi.

La questione Legalità e Sostenibilità sono gli argomenti centrali attorno a cui ruota SoLeXP, il primo festival internazionale sulla legalità e la sostenibilità ambientale, organizzato in Sicilia nel luglio 2009.
Sviluppo sostenibile e acquisti verdi [modifica]

La Commissione Europea ha in più occasioni sottolineato il ruolo che, in funzione di strategie per il consumo e la produzione sostenibili, è ricoperto dal cosiddetto Green Public Procurement (GPP) (in italiano Acquisti verdi della Pubblica amministrazione): quando si parla di GPP si fa riferimento all'adozione di criteri ambientali nelle procedure d'acquisto delle P.A. che abbiano l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale delle attività delle P.A. stesse e di promuovere la diffusione di tecnologie rispettose dell'ambiente. In particolare, nel luglio del 2008 la Commissione Europea ha proposto che gli Stati Membri raggiungano entro il 2010 una quota di diffusione del GPP del 50%, tramite la adozione di criteri ambientali comuni nelle procedure d'acquisto per beni e servizi prioritari[4].

In Italia il "Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione" (PAN GPP)[5], previsto e finanziato tramite la legge 296 del 2006[6], ha definito gli obiettivi ambientali strategici per il GPP in Italia:
efficienza e risparmio nell’uso delle risorse, in particolare dell’energia e conseguente riduzione delle emissioni di CO2;
riduzione dell’uso di sostanze pericolose;
riduzione quantitativa dei rifiuti prodotti.
Note [modifica]
^ cfr. Enzo Tiezzi, Nadia Marchettini, Che cos'è lo sviluppo sostenibile?, Donzelli Editore, 1999, pp. 45-46
^ Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152
^ Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4
^ Commissione delle Comunità Europee, COM(2008) 400 definitivo, Appalti pubblici per un ambiente migliore
^ Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione
^ Legge 27 dicembre 2006, n. 296
(archiviato dall'url originale). attraverso la realizzazione del programma "
Bibliografia [modifica]
Michel Godet, Creating Futures: Scenario Planning As a Strategic Management Tool, Economica, 2004.
Corrado Maria Daclon, Mediterraneo, ambiente e sviluppo, Maggioli, Rimini, 1993.
Bertrand de Jouvenel, The Art of Conjecture, New York, Basic Books, 1967.
Luca Davico, Svilippo sostenibile. Le dimensioni sociali, Roma, Carocci editore, 2004. ISBN 88-430-2949-5
Mats Lindgren e Hans Bandhold, Scenario Planning: The Link Between Future and Strategy, Palgrave Macmillan, Hampshire e New York, 2003.
Mats Lindgren et. al., The MeWe Generation, Bookhouse Publishing, Stoccolma, 2005.
Roman Retzbach, Future-Dictionary - Encyclopedia of the future, New York, 2005.
Antonio Saltini, Terra, acqua, energia in un rapporto sullo stato del Pianeta, in Genio Rurale, XLIX, n. 4, aprile 1986.
Antonio Saltini, Politica del territorio in Emilia-Romagna. La chimera dello sviluppo “sostenibile”, in Spazio Rurale, n. 8-9, agosto-settembre 2006 .
Antonio Saltini, Due rivali contendono il Pianeta: l'uomo e l'automobile. Gli esiti del match non sono prevedibili, in Spazio Rurale, LII, n. 5, maggio 2007.
Richard A. Slaughter, The Knowledge Base of Futures Studies Professional - Edition CDROM, Foresight International, Indooroopilly, 2005.
Derek Woodgate e Wayne Pethrick, Future Frequencies, Fringecore, Austin, 2004.
Piero Angela, La sfida del secolo, Mondadori, 2006.
Wolfgang Sachs, Dizionario dello Sviluppo, edizione italiana a cura di Alberto Tarozzi, traduzione di Marco Giovagnoli, Gruppo Abele, Torino, 1998.
Gilbert Rist, Lo sviluppo. Storia di una credenza occidentale, Bollati Boringhieri, Torino, 1997.
Giuliana Vinci, Donatella Restuccia, Francesca Pirro, Innovazione e Competitività: Biotecnologie e Sviluppo sostenibile, Società Editrice Universo, 2010.
Voci correlate [modifica]
Sostenibilità
Agenda 21
Rapporto Brundtland
capacità portante dell'ambiente
Decrescita
Disegno industriale
Ecologia
Economia
Economia dello sviluppo
Economia Pianetica
Esplosione demografica
Geografia dello Sviluppo
Geografia ambientale
Green public procurement
Impronta ecologica
Manutenzione
Mobilità sostenibile
Rapporto sui limiti dello sviluppo
Sistemi di Scambio non Monetario
Progettazione ecocompatibile

Collegamenti esterni [modifica]
Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile del 2002 - Gli impegni di Johannesburg
Biogasmax : Un progetto europeo per lo sviluppo sostenibile
Network Sviluppo Sostenibile
Ecocommerce - Associazione Europea per il Commercio Ecologico
Sviluppo Sostenibile Le attività ed i documenti dell'Unione Europea sullo Sviluppo Sostenibile
GPPinfoNET Progetto del Programma LIFE+ 2007 della Comunità Europea per promuovere la Rete Informativa sugli Acquisti Pubblici Verdi
Ministero dell'Ambiente
Ambiente Italia - Istituto di Ricerche
ISSI - Istituto Sviluppo Sostenibile Italia
WWF per la Sostenibilità sul sito del WWF Italia
Contabilità ambientale e sviluppo sostenibile
Sviluppo Sostenibile in Amazzonia
Progetto Pandora - Sviluppo Sostenibile a Venezia - Fondazione Eni
(EN) Sviluppare Software sostenibile
(EN) Rapporto Brundtland
(EN) United Nations Le Attività dell'ONU relative allo Sviluppo Sostenibile
(EN) Corso di sostenibilità
(EN) Progetto EU Interreg IIIB VIANOVA per la promozione della mobilità sostenibile
(FR) RVR Systems est un èditeur de logiciel spécialiste des solutions de Gestion des Risques, Contrôle interne, Conformité réglementaire, Gouvernance des systèmes d'informations et de Performance Opérationnelle (dont le Sviluppo Sostenibile).
La Commissione Internazio..nale per la Protezione delle Alpi è impegnata da più di 50 anni nello sviluppo sostenibile nelle Alpi
http://www.fondazionesvilupposostenibile.org/