sabato 9 aprile 2011

Domenica 17 aprile catena umana contro il nucleare


Lecce- Domenica 17 aprile 2011 alle ore 11 si terrà a Lecce in piazza S.Oronzo una manifestazione di protesta contro il programma nucleare italiano organizzata dal comitato promotore dei referendum. Una catena umana si snoderà dal salotto della città barocca per dire un fermo NO al nucleare. Lecce ha contribuito con 8000 firme autenticate al successo della raccolta di firme su nucleare, acqua pubblica e legittimo impedimento organizzata dal comitato referendario. Come è noto il 12 e 13 giugno prossimi si terranno solo i referendum sull'acqua e quello sul legittimo impedimento. Il Governo, sprecando una gran massa di denaro pubblico, ha negato l'accorpamento con le elezioni amministrative. A rischio è il raggiungimento del quorum che vanificherebbe gli sforzi dei promotori. Inizia quindi da subito una campagna di sensibilizzazione per convincere i cittadini ad andare al mare il 12 e 13 giugno ma solo dopo aver espresso il loro voto su quesiti di vitale importanza per il futuro di tutti.

Torri petrolifere davanti alle Tremiti? forse




CONTRO IL PARERE DEGLI ENTI LOCALI IL MINISTRO AUTORIZZA LA RICERCA DI NUOVI POZZI PETROLIFERI: PREOCCUPAZIONE PER I DELFINI
Roma - Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha espresso parere positivo sulla richiesta avanzata dalla società petrolifera irlandese Petroceltic Elsa di esplorare i fondali marini a pochi chilometri dalle Isole Tremiti alla ricerca di nuovi giacimenti. La ricerca sarà effettuata mediante microesplosioni sismiche per acquisire dati sulla eventuale presenza di petrolio. Contro la possibilità di vedere in un futuro prossimo torri estrattive a pochi chilometri dalla isole Tremiti e dal Gargano si erano già espressi in passato i Comuni interessati,la Provincia e la regione Puglia. Anche le associazioni ambientaliste hanno manifestato la loro preoccupazione per le possibili conseguenze che la tecnica impiegata dai petrolieri irlandesi di far esplodere piccole cariche per studiare le onde sismiche e quindi la composizione del sottosuolo può arrecare ai grossi mammiferi marini come i delfini. Come è noto i cetacei sono molto sensibili alle onde sonore diffuse in mare da sonar ed altre apparecchiature che ne destabilizzano il senso di orientamento fino a causarne lo spiaggiamento. Dalla società irlandese tentano di rassicurare garantendo che sulle imbarcazioni impiegate nella ricerca sottomarina saranno ospitati biologi marini con il compito di intervenire e sospendere le operazioni qualora fosse segnalata la presenza di cetacei nelle vicinanze delle imbarcazioni impegnate nelle ricerche. Restano comunque le perplessità dei pugliesi di vedere in un futuro nemmeno tanto lontano torri petrolifere a poche miglia marine dal paradiso delle Tremiti e del Gargano con tutte le conseguenze in tema di impatto ambientale. Abbiamo già dimenticato la tragedia del Golfo del Messico di pochi mesi fa? Se i danni nel Golfo del Messico, immenso e aperto all'Oceano sono stati catastrofici cosa accadrebbe in quel "laghetto" stretto e chiuso chiamato Adriatico?

domenica 20 marzo 2011

Anche le aziende contro l'inceneritore Colacem


LE AZIENDE AGROALIMENTARI COMPATTE CONTRO L'IPOTESI DI ULTERIORI DANNI ALL'AMBIENTE

Galatina - Le aziende agricole, casearie, vitivinicole del Salento si schierano decisamente contro l'ipotesi del coincenerimento dei rifiuti urbani nello stabilimento Colacem di Galatina. Lo hanno ribadito rappresentanti di circa 50 imprese del settore riuniti il 15 marzo presso la sede della Cantina Santi Dimitri a Galatina nel corso di una conferenza-stampa."Grandi nomi della tradizione viti-vinicola galatinese e salentina, come le Cantine Santi Dimitri e Valle dell’Asso, aziende storiche dell’economia locale, insieme a Conti Zecca e Cantine Palamà, fanno da apripista ad un elenco di caseifici, aziende agricole, agrituristiche e d'allevamento di Galatina, Cutrofiano, Corigliano, Aradeo, Galatone, Tricase, e di tutto il Salento, assieme all'importantissima adesione di CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) provinciale di Lecce rappresentata dal suo presidente Giulio Sparascio, tutti uniti hanno indirizzato un accorato e allarmato appello alla Provincia di Lecce ed alla Regione Puglia, un importante documento a difesa del settore agro-silvo-pastorale di qualità, settore in continua crescita e di importanza strategica per il vero e pieno sviluppo del Salento tutto, chiedendo che non venga autorizzata alcuna forma di incenerimento sul territorio, il documento- comunica il Forum Ambiente e Salute-" è stato presentato e consegnato alla stampa e ai rappresentanti istituzionali Aurelio Gianfreda presidente della IV° Commissione Consiliare Sviluppo Economico della Regione Puglia e Gianni Stefàno assessore alle Politiche dell'Energia della Provincia di Lecce."
"Un eventuale co-incenerimento di CDR da parte di Colacem, prosegue il comunicato, avrebbe conseguenze catastrofiche e devastanti non solo sulla salute dei cittadini, ma anche sulla qualità e salubrità di tutti i prodotti di eccellenza derivati da produzioni agro-silvo-pastorali, in particolar modo se condotte con precisi metodi e disciplinari di qualità, quali il metodo biologico, biodinamico e sinergico, caratterizzanti innegabilmente la naturalezza e la genuinità del prodotto stesso derivato da un ambiente più che sano e incontaminato, affossando al contempo economie d'eccellenza assieme alla stessa immagine agro-turistico attraverso la quale è riconosciuta indiscutibilmente e internazionalmente da esperti del settore la penisola salentina.
Proprio il comparto agro-silvo-pastorale in questi anni sta vivendo un momento di rilancio, quasi insperato dopo anni e anni di difficoltà, ed ha fondato la sua rinascenza proprio su prodotti di eccellenza frutto di un ecosistema sicuro e salubre ed ha un estremo bisogno che tali prodotti si sviluppino in un territorio profondamente sicuro e tutelato: il danno che le emissioni di nanopolveri e metalli pesanti provocherebbero su prodotti alimentari di origine agro-silvo-pastorale sarebbero incalcolabili e funesti per aziende che hanno fatto della qualità e genuinità la loro carta di identità."

domenica 27 febbraio 2011

Soleto scende in piazza contro la "delibera di Giuda"



I COMITATI CONTRO L'INCENERIMENTO DEL CDR NEL CEMENTIFICIO COLACEM ORGANIZZANO UN SIT-IN DI PROTESTA
SOLETO - Domenica 27 febbraio alle 10 avrà luogo a Soleto nei pressi della villa comunale un sit-in di protesta contro la decisione della Provincia di Lecce di rendere "meno difficile" l'iter per poter incenerire i rifiuti del cdr presso il cementificio Colacem di Galatina. Ad organizzare la protesta contro la delibera del Consiglio provinciale del 21 febbraio scorso, dai manifestanti definita la "delibera di Giuda", sono il Comitato Soletano Antinquinamento e Nuova Messapia.
A parere dei comitati di protesta il presidente Antonio Gabellone “per mediare posizioni, non poi nei fatti tanto divergenti, e mantenere la sua maggioranza ha permesso il compiersi di questo ‘tradimento’ della volontà e della fiducia popolare, che si macchia della gravità ulteriore del carico di ‘malattia’ e ‘morte’ che comporta. Sì perché rendere possibile l’autorizzazione a bruciare Cdr, implica implicitamente accettare un incremento del ‘rischio’, e accettare questo vuol dire, per definizione tecnico-scientifica stessa di ‘rischio’, accettare e permettere un incremento della mortalità, del numero di persone che si ammaleranno e moriranno a seguito di quel rischio, che si è ritenuto necessario accettare”.
“Quel rischio”, continua la nota dei Comitati" viene accettato per puri interessi speculativi di aziende private extra-salentine, colonizzatrici, come nel caso in questione”: “Si aggiunga che bruciare rifiuti è uno ‘spreco ecologico’ perché i loro materiali andrebbero tutti riciclati come ben possibile e facile; si aggiunga il danno ambientale per il carico di inquinanti nocivi immessi nella biosfera; il pagamento attraverso finanziamenti pubblici ed in bolletta, frode dunque dei cittadini, del puro business del Cdr; ed in fondo lo scandalo della provenienza extra-territoriale dei rifiuti da incenerire nel cementificio salentino. Infatti, i rifiuti locali saranno bruciati nell’inceneritore del Gruppo Marcegaglia di Massafra (Ta), dato anche un contratto ventennale già siglato."

venerdì 28 gennaio 2011

Tutte le spese pagate ai Comuni che installeranno impianti di energia rinnovabile sui propri edifici



PUBBLICATO IL BANDO DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO: AD APRILE LE DOMANDE
Roma - Le domande potranno essere inviate esclusivamente da enti pubblici locali situati nelle Regioni Campania, Puglia, Calabria e Sicilia e dovranno pervenire al Ministero dello sviluppo economico tra l'1 e il 20 aprile prossimi: in palio un contributo del 100% sulle spese sostenute per installare impianti fotovoltaici su aree o edifici pubblici. Lo ha reso noto nei giorni scorsi il Ministero che ha lanciato,come si legge nel bando "un piano di interventi a sostegno della produzione da fonti rinnovabili nell'ambito dell'efficientemento energetico degli edifici e utenze energetiche ad uso pubblico, nell'ambito del Programma operativo interregionale su energie rinnovabili e risparmio energetico 2007-2013". Al di là del contorto burocratese i Comuni e gli altri Enti pubblici delle suddette quattro Regioni denominate Regioni - convergenza dovranno presentare progetti di impianti per la produzione di energie rinnovabili da installare su edifici ed aree di proprietà pubblica e, se dichiarati vincitori del bando,avranno un rimborso dallo Stato del 100% delle spese sostenute. In tempi di finanze comunali all'asciutto una bella notizia.

A Bari telecamere contro le discariche abusive



IL COMUNE INSTALLERA' UNA RETE DI TELECAMERE PER STRONCARE LO SCARICO ILLEGALE DI RIFIUTI
Bari -Nel capoluogo pugliese chi verserà rifiuti abusivamente rischierà di venire filmato, identificato e quindi sanzionato. Lo ha dichiarato nei giorni scorsi il sindaco Michele Emiliano nel corso di una audizione alla commissione bicamerale di inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti. Il Comune di Bari ha infatti ottenuto un finanziamento statale di 220 mila euro per costituire un sistema di monitoraggio con telecamere dei siti oggetto di scarico abusivo dei rifiuti. Presto saranno espletate le gare per la fornitura delle telecamere e dell'intero sistema di vigilanza.

Nasce ad Otranto il Centro di educazione ambientale


IN GESTIONE PER TRE ANNI A LEGAMBIENTE
Otranto – E' iniziata a Gennaio ad Otranto l'attività del Centro di Educazione ambientale (CEA) che si occuperà di coordinare tutte le iniziative di educazione, informazione e formazione ambientale per lo sviluppo del territorio e per il sostegno all'economia turistica. Organizzerà visite guidate, seminari di studio e attività di informazione in tema ambientale sia organizzandole autonomamente sia coordinando le iniziative di scuole e associazioni. Particolare attenzione sarà data al supporto della gestione del neonato Parco regionale Costa di Otranto – Leuca - Porto Tricase. Il CEA , la cui gestione è stata concessa con delibera del Comune di Otranto per tre anni alla sezione locale di Legambiente, sarà ospitato presso la sede del centro “Don Tonino Bello” e potrà usufruire anche del faro di Palascia dove opera l'OBSECO (osservatorio su ecologia e salute degli ecosistemi mediterranei) costituito in collaborazione con l'Università del Salento.“Tutto questo- dichiara il sindaco di Otranto Luciano Cariddi - sono certo, arricchirà la nostra esperienza in tema di gestione e fruizione del notevole patrimonio ambientale a nostra disposizione”.
Analogamente Giorgio Miggiano, presidente del locale circolo di Legambiente, osserva: “Pensiamo che i Cea abbiano ormai assunto un ruolo importante sia come struttura di servizio che come centro di produzione culturale in grado non solo di educare, ma anche di informare e formare sulle tematiche direttamente ed indirettamente correlate con l’ambiente, lo sviluppo, la qualità della vita, coinvolgendo una molteplicità di soggetti ed attori del territorio”.

domenica 23 gennaio 2011

A Lecce con l'eolico si alimentano i lampioni stradali della 167


ULTIMATI I LAVORI DEL MINI PARCO EOLICO
Lecce - Con l'installazione delle due torri eoliche sono stati completati la scorsa settimana i lavori per la costruzione del mini-parco eolico che il comune di Lecce ha realizzato in località "Ciccioprete" a margine della tangenziale est all'altezza dello svincolo per lo stadio. Il progetto denominato"Weolo" era stato finanziato con 160 milioni di euro dal Ministero dell'Ambiente ed è stato realizzato dalla ditta leccese "Bruno Barba". Nell'intenzione dei progettisti le due torri eoliche alte 30 metri dovranno catturare l'energia prodotta dal vento e alimentare la pubblica illuminazione nella zona 167. A regime si produrranno complessivamente con le due turbine installate 50 Kilowatt per ora, alleggerendo così del 60 per cento la bolletta energetica del Comune per la 167. Se, in linea teorica, si scegliesse di non utilizzarlo per la pubblica illuminazione, il nuovo impianto potrebbe soddisfare l'esigenza di 16 abitazioni per le quali la potenza impegnata mediamente dall'ENEL è di 3 Kwatt. Per quanto riguarda le preoccupazioni per la rumorosità delle pale, a detta dei tecnici del Comune, l'impatto acustico è assai modesto visto che sorge in un terreno agricolo non edificabile e che le torri distano più di 200 metri dalla abitazione più vicina. La vita operativa dell'impianto terminerà nel 2031 e entro quella data le turbine saranno rimosse. Chissà come sarà cambiata la città e quali tecnologie si saranno sviluppate tra venti anni?

sabato 8 gennaio 2011

Nasce ufficialmente il 21 gennaio il Parco naturale Otranto- Leuca


LA NOMINA DELLA CONSULTA PRIMO PASSO PER LA DEFINITIVA REALIZZAZIONE DEL PARCO NATURALE REGIONALE
Andrano - Prende il via il prossimo 21 gennaio presso la sede ufficiale costituita nel Castello Spinola Caracciolo di Andrano, l'attività del Parco Regionale naturale Otranto-Leuca-Bosco di Tricase: il primo atto sarà la costituzione di una Consulta permanente che coadiuverà l'opera del Presidente Nicola Panico. Della Consulta faranno parte quattro esponenti delle associazioni ambientaliste, cinque rappresentanti degli operatori economici, uno dei sindacati, uno della Pro loco, uno per ogni centro di educazione ambientale e tre del mondo della ricerca e dell'istruzione: compito della Consulta sarà proporre iniziative e progetti innovativi, concorrere alla redazione del Regolamento del Parco, cooperare con le varie istituzioni per lo sviluppo del progetto e partecipare alle attività educative ideate. Con questo primo atto diventa concreto l'ambizioso progetto di creare un Parco naturale sulla Costa adriatica del Salento a salvaguardia della natura e dell'ambiente di questo splendido angolo di Puglia.

No alla distruzione di piazza Moro e di 16 lecci a Locorotondo



GLI OPPOSITORI DISPOSTI ANCHE AD INCATENARSI AGLI ALBERI PER SCONGIURARNE LA DISTRUZIONE
Locorotondo - Una città spaccata in due sui lavori che inizieranno la prossima settimana e comporteranno la demolizione di piazza Aldo Moro e la conseguente distruzione di 16 alberi di leccio. A Locorotondo è polemica sulla decisione della giunta comunale di spendere un milione e 895 mila euro per cambiare la fisionomia della piazza intervenendo con profondi scavi. A favore la attuale maggioranza Pdl capeggiata dal candidato sindaco alle amministrative di primavera Tommaso Scatigna, contro il comitato civico Città futura presieduto da Domenico Minno e sostenuto dall'ex sindaco Giuseppe Campanella che si oppongono alla demolizione e si dichiarano pronti a legarsi ai 16 lecci per impedirne la distruzione. A sostegno della loro protesta i componenti di Città futura chiedono l'intervento della Regione, del Prefetto e della sovrintendenza dei Beni Culturali per fare luce sulle perizie geologiche che definiscono "generiche e insufficienti" e per fare chiarezza sui rischi derivanti dalla conformazione carsica del terreno sottostante alla piazza. Per salvare i lecci e scongiurare una catastrofe ambientale Città Futura chiede inolttre l'intervento della Magistratura adombrando anche sospetti sull'iter seguito per ottenere i finanziamenti comunitari.