sabato 25 settembre 2010

Smaltire le scorie radioattive a Otranto? no grazie



Bari - Che la Puglia fosse in predicato per accogliere le scorie radioattive delle nuove centrali nucleari in costruzione lo si sapeva: ridotta sismicità, aree non abitate di grande estensione sono le caratteristiche del territorio che fanno indirizzare la scelta sulla nostra regione. Ma che tra i siti in esame dalla Sogin, la società incaricata della sicurezza degli impianti nucleari, controllata dal Ministero del Tesoro ci fosse anche Otranto in pochi lo immaginavano. Nulla di ufficiale, tutto ciò che riguarda la scelta dei siti è coperto da un impenetrabile segreto, ma sembra che tra i sette siti possibili in Puglia ci sia anche un'area a pochi km da Otranto. Accadrebbe così che la città che vanta il mare più pulito d'Italia, che negli ultimi anni è balzata in testa alle classifiche del gradimento del turismo interno e internazionale, potrebbe convivere con i residui radioattivi delle centrali di prossima realizzazione. Immediata è stata la presa di distanze del sindaco di Otranto Cariddi. Sul tema delle scorie nucleari in Puglia è nota la posizione del governatore Vendola che ha manifestato la propria contrarietà anche a costo di rinunciare ai benefici economici che ripagheranno le comunità che accetteranno le scorie."Devono sapere che noi lotteremo in generale contro la follia del nucleare in Puglia", ha dichiarato alla stampa Vendola che promette, in caso di forzature "la più civile, pacifica e partecipata reazione popolare della storia pugliese".
Ma di cosa si tratta in sostanza? Le scorie radioattive prodotte dalle centrali nucleari hanno un decadimento lentissimo e perdono la residua radioattività dopo centinaia di anni. Il Governo Berlusconi, con il neonato piano nucleare vuole reperire zone idonee per lo stoccaggio di detti rifiuti, per il cui trattamento non esiste al mondo una tecnologia adeguata. Accanto al "cimitero" delle scorie sorgerebbe un parco scientifico con centinaia di ricercatori. Almeno in teoria nessuna comunità avrà l'obbligo di accogliere le scorie se non lo vorrà. Ma le domande che si pongono i cittadini sono:
- Perché se l'Italia, a fine anni ottanta, con un referendum ha bocciato in maniera netta il nucleare ora si ignora la volontà popolare?
- Perché, mentre alcune nazioni come la Germania cercano di disfarsi del nucleare noi ci rimettiamo in quel settore?
- Quali tecnologie innovative esistono per smaltire i residui radioattivi che in nessun Paese del mondo hanno avuto un adeguato trattamento?
- I cittadini hanno o no il diritto di conoscere i siti idonei (52 in tutta Italia) dove potrebbero essere stoccate le scorie?

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